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Lo Stalker e gli Anticorpi

Attualità - 28/12/19 - Autore: MrQ

1 Il Risentito; 2 Il Bisognoso d'affetto; 3 Il Corteggiatore Incompetente; 4 Il Respinto; 5 Il predatore; sono i cinque profili nei quali, in base agli studi effettuati e riportati in letteratura, è possibile riconoscere cinque diverse tipologie di stalker, in funzione delle motivazioni che inducono a stabilire la relazione ossessiva nei confronti della vittima.
Fonte: Mullen PE, et al. Study of Stalkers. Am J Psych 1999
Per approfondire i 5 profili in italiano



Una storia vera.

Molti anni fa, quando ero ancora studente, la sorella maggiore di un compagno di studi, è stata vittima di uno stalker con il quale aveva avuto una breve relazione, anzi brevissima perché quell’individuo aveva manifestato quasi fin subito comportamenti ossessivi e morbosi che erano incompatibili con la gioia solare e spensierata di una ragazza piena di vita.

Nei 12 mesi successivi a nulla è servito cercare di farlo ragionare, e nemmeno fare segnalazioni, esposti ed una formale denuncia in questura.

Cambiare telefono, abitazione e gli orari di rientro a casa non hanno fatto desistere gli intenti persecutori dello stalker finché una notte la ragazza si è presentata a casa dei genitori in lacrime, sostenendo di essere stata aggredita sotto casa.

Il fratello non si era mai confidato con noi amici in precedenza, ma questa volta lo fece perchè, nonostante lei lo negasse, tutti abbiamo pensato che il suo persecutore non si sia limitato a malmenarla come in altre occasioni... ma potrebbe averla anche stuprata.

Giovani idioti e privi di esperienza quali eravamo, abbiamo pensato alla soluzione più semplice rapida ed efficace che potevamo immaginare, e cioè di farci giustizia da soli.

Una sera l’abbiamo trovato in macchina nel suo abituale appostamento dal quale teneva d’occhio il portone della casa di lei e, non appena balzò fuori dalla macchina per correrle incontro, gli abbiamo messo un sacco in testa e giù botte da orbi, intimandogli che sarebbe successa la stessa cosa ogni volta che si sarebbe fatto trovare da quelle parti.

Non vado orgoglioso di quello che abbiamo fatto, non solo perché abbiamo rischiato di essere denunciati, ma soprattutto perché alla fine, la nostra azione scellerata si è dimostrata totalmente inefficace.

Infatti, qualche settimana dopo lo stalker si appostava imperterrito vicino al posto di lavoro della ragazza.

Per farla breve, è andata a finire che la nostra amica ha dovuto cambiare città e lavoro e solo una decina d’anni dopo si è sentita sufficientemente al sicuro da riavvicinarsi alla propria famiglia originaria insieme al marito e figli.

Perché vi racconto tutto questo?
Per dimostrare che invece delle denunce e delle soluzioni cruente, fu ben più risolutiva la compatta reazione della comunità degli amici e delle persone che si sono strette intorno alla vittima quando sono stati tutti informati del problema.

In seguito infatti, gli amici comuni della coppia, non solo si sono rifiutati di rilasciare allo stalker qualsiasi informazione sulla sua vittima, ma gli hanno anche espresso esplicita riprovazione, sputtanandolo anche pubblicamente, finchè non è rimasto di fatto emarginato dal giro di conoscenze.

Lo stesso dicasi per i colleghi di lavoro e persino il titolare che si è prodigato personalmente, trovandole un impiego in un’azienda dello stesso settore ma che aveva sede nella città dove la nostra amica si sarebbe poi trasferita.



Una storia che si può dire che abbia avuto un lieto fine soltanto perchè avrebbe potuto finire peggio, le cronache del 2019 infatti parlano dell’omicidio di una donna quasi ogni tre giorni in Italia.

Lo stalking è quindi un fenomeno la cui degenerazione supera di gran lunga qualsiasi livello di guardia e, a mio avviso, non dovrebbe lasciarci inerti quando ne ravvisiamo i sintomi.

Ogni comunità è come un’organismo, ma dobbiamo sapere che non esiste organismo che possa dirsi immune a qualsiasi malattia.
Possiamo considerare “sani” quegli organismi che hanno un sistema immunitario efficente, e cioè che possiede in se quegli “anticorpi” che si attivano a neutralizzare germi batteri e virus conosciuti come aggressivi e che imparano rapidamente a distinguere e, se è il caso, a reagire anche con quelli sconosciuti.

Lo stesso principio (immunitario) è equivalente per le società e le civiltà umane, infatti si può dire che una comunità sia “sana” quando possiede in se le persone che sappiano reagire alle aggressioni degenerative che comprometterebbero la salute stessa della comunità.

Nel nostro caso sono gli “anticorpi” che si dovrebbero attivare ogniqualvolta si ravvisino comportamenti tali da rientrare nei 5 profili ossessivi e persecutori dello stalker.

Tali comportamenti devono essere apertamente disapprovati, perchè ignorarli o, peggio, assolverli equivale ad incoraggiarli.

Perchè, non dimentichiamolo mai, lo stalker è sempre animato dalla convinzione profonda di essere nel giusto, crede di aver subito un torto e di avere tutto il sacrosanto diritto di vendicarlo con metodi punitivi.
Ecco perchè è davvero molto importante che gli venga il dubbio che non stia agendo nel giusto, venendogli meno il sostegno delle persone che lo circondano.

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