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Once upon a time

Attualità - 12/01/20 - Autore: amabel



C'era una volta,  e una volta non c'era,  una specie di donna che si mise a danzare davanti alla dea Demetra,  (afflitta per la perdita della figlia) dimenando i fianchi in un modo che ricordava il rapporto sessuale,  scuotendo i seni nella danza. Questa femmina danzante non aveva testa e i capezzoli erano i suoi occhi e la vagina la sua bocca.  E prese a intrattenere la dea con storielle piccanti,  una di queste si intitola : Dick,  il lupo delle praterie. Una delle creature più affascinanti e contemporaneamente più stupida che uno possa mai sperare di incontrare. Aveva sempre fame di qualcosa.  Un bel giorno mentre Dick riposava il suo pene decise di abbandonarlo e si avviò per la sua strada. Più che altro andava saltellando perché aveva una gamba sola. Saltellando di qua e di là finì dritto in un mucchio di aghi...ahi ahi iniziò ad urlare. Le urla svegliarono Dick e quando abbassò la mano per rallegrarsi della solita manovra si accorse che quello non c'era più. Dick corse per la prateria, tenendosi fra le gambe e alla fine raggiunse il suo pene nel peggior stato che possiate immaginare.  Delicatamente lo accarezzò, tolse gli aghi, e lo rimise al posto giusto. Morale? La morale è che quegli aghi continuarono a pungergli il coso nonostante Dick li ebbe tolti. Ecco perché quando gli uomini scivolano accanto alle donne e si strofinano a loro dicono "ho un tale prurito" ... risate. Avete riso? Questo è ciò che servirebbe in questo sito di ?cazzeggio?ed invece si parla di incazzature e di illusioni.
L'illusione nasce quando qualcosa crea un'immagine che non è reale come le ombre della calura sulla strada che la fanno apparentemente ondeggiare. La calura c'è, ma la strada non ondeggia affatto. Questa è illusione: ci sono notizie che sono esatte, ma conclusioni che non lo sono affatto. 

Poi c'è la rabbia, quella paragonabile a un trauma derivante dalla ferita provocata da una granata. Si possono estrarre quasi tutti i pezzi, ma i frammenti più minuti restano. Negare collera e sofferenza non funziona, siamo tutti sensibili come la sabbia è sensibile alle onde.
A chiunque capita di sbagliare;  parlare apertamente con il/la diretto/a interessata/o credo sia il modo migliore per smetterla di giocare al telefono senza fili e per evitare che ogni minima parola venga fraintesa, volontariamente distorta e volta a insultare o denigrare gli altri. Il punto non è la lotta per raggiungere la santità,  smettiamola con queste storielle incolori e insapori perché nessuno di noi qui è un santo.
Il punto sarebbe quello di creare e conservare gli equilibri che a tutti noi su questo sito sono cari. Per prima,  non ho intenzione di trasformare la collera in un fuoco distruttivo,  ma in un fuoco capace di crescere.  Io, Amabel ci sono.

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