Scrivi un commento Chiudi..... Parto & PartyFilosofeggiamenti - 18/11/19 - Autore: dsere 7 : 20290Il Dolore ti colpisce in tutte le sue forme… Una fitta leggera, un po’ di amarezza, un dolore che va e viene, la normale sofferenza con cui conviviamo tutti i giorni. Poi c'è un tipo di sofferenza che non riesci ad ignorare. Una sofferenza così grande che cancella tutti gli altri pensieri, che fa scomparire il resto del mondo. E a un certo punto non riusciamo a pensare ad altro che alla nostra grande sofferenza. Come affrontiamo affrontiamo il dolore dipende da noi. Il dolore: ci anestetizziamo, lo accettiamo, lo elaboriamo, lo ignoriamo. E per alcuni di noi il miglior modo per affrontarlo è conviverci. Il dolore… devi aspettare che se ne vada, sperare che scompaia da solo, sperare che la ferita che l'ha causata guarisca. Non ci sono soluzioni né risposte facili. Bisogna fare un respiro profondo e aspettare che il dolore si nasconda da qualche parte. La maggior parte delle volte il dolore può essere sopportato… Ma a volte il dolore ti afferra quando meno te lo aspetti ti colpisce sotto la cintura e non ti lascia in pace. Il dolore… Devi solo conviverci, perché la verità è che non puoi evitarlo e la vita te ne porta sempre dell'altro.” Commenti STARTRECK 31 4 120/11/19 01:25Ripeto, a memoria, il post di ieri che, evidentemente, è rimasto incagliato nei meandri informatici. Nella contrapposizione pessimistica leopardiana, la felicità è l'intervallo tra due momenti di sofferenza o di dolore. Pertanto, secondo questa concezione, senza il dolore non esisterebbe neanche la felicità. Dal lato pratico, il dolore è il segnale che l'organismo manda per indicare una situazione di pericolo o di disagio. Tuttavia, tale segnale diventa dolore solo nell'interpretazione del cervello che attiverà le opportune contromisure nel limite delle risorse. Quando il segnale è troppo forte per le risorse disponibili, per evitare di compromettere tutto l'organismo, il cervello stacca la spina a tutti i servizi non essenziali riservando a se stesso, al cuore, ai polmoni e ai reni tutte le litste risorse. Tutto il resto viene disattivato, l'organismo entra in una modalità stand-by e tutti gli ulteriori segnali vengono ignorati. Nei manuali di pronto soccorso tale procedura viene correntemente chiamata svenimento. Quale versione preferisci? 4 1 - PM 0 rispostePM - RispondiAdler 0 7 120/11/19 11:18Il dolore,una condizione di estremo di disagio che accomuna tutti gli esseri viventi...ricordo che uno dei miei libri preferiti era "se questo è un uomo "di Primo Levi in cui raccontava il suo anno di prigionia nel Konzetrationlager di Auschwitz. Parlava della naturale convivenza tra lui e il dolore:quello fisico che comprendeva la fame,il freddo,le percosse,la durezza estrema del lavoro e il tormentoso riposo notturno...poi il dolore come condizione penosa nonché dannosa dello spirito:la morte dei compagni di sventura,degli amici,dei propri cari,la nostalgia della casa (in tedesco Heimweh)della propria identità sostituita con dei numeri marchiati a fuoco sul polso insomma tutto!una sola cosa paradossalmente,ha potuto e voluto preservare grazie al dolore:la sua vita. Difatti non ha mai pensato al suicidio perché i bisogni impellenti in quel mondo feroce ,hanno determinato la sua voglia di vivere e resistere nonostante fosse votato a morte certa nel crematorio;l'importante era trovare sollievo anche per un minuscolo lasso di tempo e illusoriamente lenire il disagio causato dal dolore. Infatti i suicidi avvengono in gran parte dei casi per mo risolvibili,è 7 1 - PM 0 rispostePM - RispondiAdler 0 7 120/11/19 11:23solo il grado di sopportazione del dolore che determina la prosecuzione o meno della vita di un individuo:deve partire da sé stessi la scelta delle priorità che rendono l'individuo felice nonostante le difficoltà e le avversità della vita altrimenti sarà causa della propria infelicità e di quella altrui... 7 1 - PM 0 rispostePM - Rispondi Scrivi un commento ALTRI ARTICOLI CHE TI POTREBBERO INTERESSAREFilosofeggiamenti - 20/06/23 Donne, analisi logica Autore: redlight Piace a 24 - Commenti: 8Gira e rigira, si torna a parlare sempre dello stesso argomento. Un po’ perche questo e’ un luogo deputato che invita Leggi tutto Filosofeggiamenti - 06/11/19 Pane al pane, vino al vino Autore: smcg Piace a 24 - Commenti: 54Spero di non essere frainteso, e premetto che ho il massimo rispetto per tutte le ragazze ed avventori che professano o frequentan Leggi tutto
STARTRECK 31 4 120/11/19 01:25Ripeto, a memoria, il post di ieri che, evidentemente, è rimasto incagliato nei meandri informatici. Nella contrapposizione pessimistica leopardiana, la felicità è l'intervallo tra due momenti di sofferenza o di dolore. Pertanto, secondo questa concezione, senza il dolore non esisterebbe neanche la felicità. Dal lato pratico, il dolore è il segnale che l'organismo manda per indicare una situazione di pericolo o di disagio. Tuttavia, tale segnale diventa dolore solo nell'interpretazione del cervello che attiverà le opportune contromisure nel limite delle risorse. Quando il segnale è troppo forte per le risorse disponibili, per evitare di compromettere tutto l'organismo, il cervello stacca la spina a tutti i servizi non essenziali riservando a se stesso, al cuore, ai polmoni e ai reni tutte le litste risorse. Tutto il resto viene disattivato, l'organismo entra in una modalità stand-by e tutti gli ulteriori segnali vengono ignorati. Nei manuali di pronto soccorso tale procedura viene correntemente chiamata svenimento. Quale versione preferisci? 4 1 - PM 0 rispostePM - Rispondi
Adler 0 7 120/11/19 11:18Il dolore,una condizione di estremo di disagio che accomuna tutti gli esseri viventi...ricordo che uno dei miei libri preferiti era "se questo è un uomo "di Primo Levi in cui raccontava il suo anno di prigionia nel Konzetrationlager di Auschwitz. Parlava della naturale convivenza tra lui e il dolore:quello fisico che comprendeva la fame,il freddo,le percosse,la durezza estrema del lavoro e il tormentoso riposo notturno...poi il dolore come condizione penosa nonché dannosa dello spirito:la morte dei compagni di sventura,degli amici,dei propri cari,la nostalgia della casa (in tedesco Heimweh)della propria identità sostituita con dei numeri marchiati a fuoco sul polso insomma tutto!una sola cosa paradossalmente,ha potuto e voluto preservare grazie al dolore:la sua vita. Difatti non ha mai pensato al suicidio perché i bisogni impellenti in quel mondo feroce ,hanno determinato la sua voglia di vivere e resistere nonostante fosse votato a morte certa nel crematorio;l'importante era trovare sollievo anche per un minuscolo lasso di tempo e illusoriamente lenire il disagio causato dal dolore. Infatti i suicidi avvengono in gran parte dei casi per mo risolvibili,è 7 1 - PM 0 rispostePM - Rispondi
Adler 0 7 120/11/19 11:23solo il grado di sopportazione del dolore che determina la prosecuzione o meno della vita di un individuo:deve partire da sé stessi la scelta delle priorità che rendono l'individuo felice nonostante le difficoltà e le avversità della vita altrimenti sarà causa della propria infelicità e di quella altrui... 7 1 - PM 0 rispostePM - Rispondi
Filosofeggiamenti - 20/06/23 Donne, analisi logica Autore: redlight Piace a 24 - Commenti: 8Gira e rigira, si torna a parlare sempre dello stesso argomento. Un po’ perche questo e’ un luogo deputato che invita Leggi tutto
Filosofeggiamenti - 06/11/19 Pane al pane, vino al vino Autore: smcg Piace a 24 - Commenti: 54Spero di non essere frainteso, e premetto che ho il massimo rispetto per tutte le ragazze ed avventori che professano o frequentan Leggi tutto