Recensione su Classe italiana 19/09/24 10:42 - Con Elena normalmente non faccio passare meno di un mese e mezzo tra un incontro e l’altro, e magari metto anche un’altra esperienza nel mezzo. Il tutto per evitare un imbarazzante effetto innamoramento in cui è facile incappare con questa sorta di maga Circe versione buona. Comunque, come Ulisse, la voglia di esplorare muove le mie azioni e mi spinge a correre dei rischi, e dunque questa volta sono tornato prima del previsto. La sua nuova performance, infatti, battezzata “la lussuria”, mi aveva talmente emozionato la prima volta che non l’avevo compresa appieno. Al secondo incontro invece sono riuscito a concentrarmi sulle sue eccitanti caratteristiche. A premessa si deve dire che ora la location di Elena è diventata il centro massaggi più attrezzato e cool che mi sia capitato di vedere. Una doccia in cui ci si sta comodamente in tre (utile per il “double”), lo spogliatoio, un piano dove si trova un milking table che non è una scheletrica barella con foro ma un comodo lettone circondato da specchi e infine la novità: il divano tantra, anche questo adeguatamente specchiato. Si tratta di un arredo, molto diffuso fuori dall’Italia, con un andamento curvilineo che aiuta nelle varie posizioni dell’amore. Descrivere quel che riesce a combinare Elena su quel divano (comunque entro i noti limiti), comprese ardite acrobazie, e quel che ti spinge a combinare, non è il caso. Sul mio ormai lungo percorso con lei, però, devo dire che non avrei pienamente apprezzato “la lussuria” se prima non avessi vissuto l’esperienza degli altri trattamenti. Non ne ho le prove perché non conosco altri clienti, ma ho l’impressione che a lei siano prima necessari diversi passaggi per adattare individualmente le sue performance. La sensazione è che, come una specie di gentile computer, Elena elabori i dati delle reazioni fisiche del massaggiato, ma anche le frasi che si dicono nella fase social, per dare più spazio ad alcune situazioni invece che ad altre. Questa dinamica è facilitata dal fatto che ogni suo trattamento è composto, seppur dentro una logica unitaria, di tanti diversi movimenti e interazioni che non durano più di 2-3 minuti. Quindi le possibilità di conoscenza reciproca aumentano. Perciò non condivido molto la valutazione di chi considera “passiva” la condizione di chi viene massaggiato da Elena. L’impressione invece è che si venga attentamente studiati e che per approssimazioni successive prenda forma la versione del trattamento più adatta a livello del singolo, che può comprendere anche un aumento dell'interazione. Quest’ultimo trattamento (insieme alla doccia: spero che prima o poi Elena crei una performance che si svolga tutta lì dentro, perché ogni volta faccio una certa fatica ad uscirne) mi pare che, grazie alla carnale esaltazione dei sensi (tatto, vista, olfatto,…) sia quello che più permetta di entrare nel suo mondo. Beh, fino alla prossima nuova invenzione...leggi tutto 17
Recensione su Classe italiana 17/06/24 17:31 - Dopo l’ultima recensione sono stato da Elena altre tre volte. E nel frattempo ho letto altre recensioni negative. Non sono certo un complottista, ma che sia in corso una campagna anti-Elena ci sono pochi dubbi. E mi domando: come è possibile che con tutte le massaggiatrici che ci sono in giro quasi solo a lei, l’innovatrice del massaggio milanese, arrivino le critiche? Non è un’innovatrice? Vediamo.Il massaggio emozionale è sostanzialmente composto da tre momenti: massaggio semifisiatrico, body, parte “interattiva” sessuale. Non ho nulla contro questo schema. Non ci sono dubbi che piaccia a molti. Parecchi estimatori di questa pratica hanno però spinto a mio avviso le massaggiatrici ad un atteggiamento conservatore. Quando chiedo loro: perché non fai qualcosa di diverso? Mi rispondono in coro: perché poi veniamo criticate nelle recensioni. Se una dà troppo spazio all’intrigo viene accusata di essere “escort”, se si allarga col massaggio viene vista come una furbina che toglie tempo all’eros, se viene sacrificato il body c’è sempre qualche commentatore che acidamente nota: “body non pervenuto!”. Beh, nel trattamento di Elena non vi è alcuna distinzione fra i tre momenti. Si potrebbe dire che è tutto intrigo e tutto massaggio allo stesso tempo. E non è una cosa da “escort” (i limiti che impone, ahimè, noi clienti li conosciamo bene…). È un implicito incoraggiamento alle altre massaggiatrici a osare e a sfidare la prigione delle recensioni.Diverse innovazioni di Elena si sono propagate comunque, nonostante tutto. Alcuni esempi.Quando ho cominciato il mio viaggio in questo strano mondo, alcune massaggiatrici praticavano, e praticano ancora, la “doccia assistita” che consiste nel lavare il futuro massaggiato come un pargolo, con qualche malizia. Elena però ha introdotto un’altra cosa, quella che qualcuno ha chiamato “doccia hot”. Prima del massaggio, nella doccia avviene uno scambio ad altissima temperatura che non sto a descrivere nei dettagli perché non si può, ma che trasmette una energia tale da far vivere i successivi momenti, teoricamente più tranquilli, con una tensione erotica piacevolissima. Ebbene: oggi la nuova generazione di massaggiatrici latine (soprattutto brasiliane) che ha felicemente “invaso” Milano nell’ultimo anno pratica “la doccia hot”. Ed è una componente fondamentale dell’enorme successo che stanno riscuotendo queste ragazze. Beh, forse non lo sanno, ma è partito tutto da Elena.Parliamo del milking table. Ricordo che c’era e forse c’è ancora un privè dedicato al magico oggetto. E ricordo che per mesi i suoi iscritti si andavano lamentando della totale assenza a Milano di questa proposta. Chi è stata la prima ad introdurlo? Di nuovo: Elena. E non solo è stata la prima ma quello che si è inventata intorno a quel buco, beh, non lo trovate in nessun video o foto su internet. Comunque sia, oggi il milking table è presente in diversi centri massaggi.A breve Elena introdurrà il tantra chair. Ho un sospetto: che altre seguiranno a ruota. Francamente: lo spero proprio. Ma allora perché se una massaggiatrice porta innovazioni di cui tutti alla fine godono non riceve riconoscenza ma l’odio di pochi e il silenzio di tanti? Sì perché ho notato che molti utenti di MAM di lunga data evitano accuratamente di difenderla, pur conoscendo (e spesso usufruendo) del suo valore. Non è bello, colleghi.Conclusione. Il lavoro di Elena si è irradiato migliorando il panorama del massaggio milanese. Se si avesse l’onestà di riconoscerlo, forse le sue proposte potrebbero circolare più rapidamente e stimolare di più l’innovazione. Se ne gioverebbero tutti: noi clienti ci divertiremmo di più, e le massaggiatrici, beh… guadagnerebbero più soldi. La differenza tra invidia e ammirazione è molto semplice: la prima fa stare male, senza portare beneficio ad alcuno. La seconda porta a imitare ciò che è valido, magari migliorandolo. Come si può nutrire dubbi su cosa scegliere?leggi tutto 17
Recensione su Classe italiana 27/03/24 19:08 - Scrivo questa recensione, e non ne ho mai scritte, perché irritato da certe cose che ho letto. So per esperienza personale che quando si è impegnati con passione in un lavoro, basta anche una sola isolata voce maligna per toglierti energia creativa. E non desidero che ciò accada ad Elena.Di solito nelle recensioni si parte dal fisico, giusto? Beh, il suo viso è una fusione felice tra Ana De Armas, Mariangela Melato e Chelo Alonso. Il corpo ricorda la giovane Emmanuelle Beart nella famosa copertina di Elle quando entra in mare… Ma questi non sono meriti suoi. E, sarò franco, credo che lei mi piacerebbe anche se non fosse così bella. C’è ben altro che un corpo e un volto.Ad esempio, se interpellassimo i suoi clienti, credo che ognuno di loro sarebbe convinto d’essere il preferito. E forse è proprio così, in quell’ora che trascorre con ognuno di noi. Quando la prima volta le ho chiesto come riusciva in questa magia, mi ha risposto “è amore. Da quando entri da quella porta fino a che esci, amo te, la tua persona, il tuo corpo”. Non le ho creduto e faccio tuttora fatica a crederle, tuttavia, che altra spiegazione dare alla sua capacità di farti sentire speciale?Si dirà: ecco un altro innamorato di Elena. Non sono così disconnesso da innamorarmi di chi pago, devo però prendere atto che dalle altre sono stato una volta sola, da Elena invece torno sempre. Il mondo pay si divide in sottoinsiemi che credo gran parte di noi conosciamo: le escort, le "cinesi", le "thai", le massaggiatrici “emozionali”, ognuno funziona con uno schema fisso, una sequenza di atti che tutti i clienti si attendono e che poi valutano secondo la bontà della loro prevedibile esecuzione. Elena, semplicemente, ignora qualsiasi schema. Non è che li aggiusta un po’. Li salta proprio. Se li inventa di sana pianta, uno dopo l’altro.È molto difficile capirla se non ci si mette nell’ottica che il suo è un animo da artista. Ogni volta che propone un nuovo “trattamento”, che nessun’altra neppure prova ad imitare, in realtà crea un’opera, una performance artistica cui noi siamo chiamati a far parte. Come ogni artista, non fa in tempo ad inaugurare un’opera che già si entusiasma nell'immaginare quella successiva. E, come ogni artista, le sue opere sono legate ad una visione coerente, una specie di programma. Il suo, penso sia diretto alla sessualità di noi maschi, che generalmente, lo sappiamo, è un po' povera, rapida e scontata. Elena, senza prediche, ma con le sue "opere", ci sussurra che forse c’è qualcosa di più eccitante dello “svuotamento”, di una corsa frenetica verso cinque secondi di godimento, del susseguirsi delle “sigle”. Che forse possiamo godercela un po’ alla maniera delle donne, con la loro sessualità più diffusa, più vasta, più varia. E le sempre diverse esperienze che propone servono a raggiungere diversi assetti mentali maschili, a riproporre in forma rinnovata le esperienze del gioco, del mistero, del calore dell’utero materno, del primo bacio, dell’amante che non vedremo più…Le recensioni finiscono sempre con qualche commento sul “social”, no? Beh, cerco sempre di non rubare tempo ad Elena, mi sembra già molto quello che offre. Mi limito a qualche minuto in cui piazzo con nonchalance domande strategiche che mi aiutino a comporre il quadro di questo personaggio romanzesco. Lei risponde sempre in maniera intelligente e ironica, esaustiva direi. Ma nonostante questo, il puzzle è ben lungi dall’essere completo. E sospetto che non lo sarà mai. Ho come l’impressione che, per quante domande io le rivolga, Elena mantenga una piccola parte di sé ben al riparo da occhi indiscreti. Forse è quel motore che le permette di dare “amore” e creare “opere”. Comunque è qualcosa, credo, di irrimediabilmente segreto.leggi tutto 27